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Mai TaiE ancora Don The Beachcomber, al secolo Ernest Beaumont-Gantt, padre fondatore dei tiki bar (dal nome di una divinità polinesiana effigiata in statue ornate di gioielli), locali dall’atmosfera esotica, tutta bambù e conchiglie, reti e palmizi, basati su esperienze personali nel Sud Pacifico. Si moltiplicarono fin nelle Hawaii e nella stessa Asia, dando sfogo al desiderio d’evasione in un’America stretta nella morsa della crisi economica. Qui vennero serviti negli anni ‘30 i più famosi cocktail a base di rhum, quali Zombie e Mai Tai (in lingua tahitiana “il più buono”).Gli contendeva quest’ultima creazione Victor Bergeron, artista a tutto tondo, scultore, disegnatore di gioielli e scrittore (è sua la Bartenders Guide del 1972, sulla scrivania con altri due volumi di argomento disparato). Figlio di papà francese e mamma americana, dopo aver aperto un bar senza pretese, l’Hinky Dink’s a Oakland, lo rinconvertì alla voga tiki facendo fortuna: del suo impero arrivarono a far parte oltre 20 ristoranti, tanto che era soprannominato “Trader Vic”, per l’abilità negli scambi commerciali di bevande e cibarie. Ma è passato alla storia soprattutto come connaisseur e apostolo del migliore rhum del mondo.
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