Ghiaccio cocktail Il ghiaccio raffredda il drink, lo mantiene alla giusta temperatura e ne modifica il tenore alcoolico, rendendoli più gradevoli. Ma attenzione, il ghiaccio non raffredda solo perché ha una temperatura decisamente inferiore a quella del liquido nel quale è immerso, bensì perché si scioglie. Il ghiaccio crushed e quello pilè 🔨ℹ️ Il ghiaccio crushed, ovvero quello frantumato grossolanamente, si usa in tutti i cocktail pestati e in tutti quelli frozen. Molto spesso si fa un grandissimo errore e si utilizza il ghiaccio tritato, ovvero pilè, dentro il Mojito o la Caipiroska. Niente di più sbagliato. Infatti il ghiaccio più piccolo è più si scioglie prima ecco perché in questi due cocktail va usato un ghiaccio sminuzzato ma con ancora dei pezzi abbastanza grandi. Per ottenere un ghiaccio crushed bisogna lavorare un po' con le mani ed utilizzare un pestello per frantumarlo in pezzi più piccoli. Si prendono dei cubetti di ghiaccio normali e si mettono all'interno di una busta di plastica, una volta fatto si chiude questa bustina all'interno di uno strofinaccio in modo tale che la busta di plastica non si rompa mentre viene colpito con il pestello e soprattutto che il ghiaccio no schizzi via macchiando quello che abbiamo intorno. Un altro metodo forse meno scenografico è quello di inserire il ghiaccio dentro lo shaker e sminuzzarlo con un pestello.Bisogna fare molta attenzione anche alla qualità del ghiaccio che si sta utilizzando. Più è trasparente più l'acqua con cui è stato fatto è buona. Un ghiaccio opaco è un segnale evidente che l'acqua utilizzata contiene delle impurità per questo è molto consigliabile produrlo non per congelamento, ma con macchine forma ghiaccio professionali che utilizzano dei depuratori. In ambito casalingo invece utilizza l'acqua che bevi di solito così non avrai nessun tipo di problemi e potrai goderti i tuoi drink senza problemi.In questo articolo abbiamo utilizzato spesso dei termini tecnici come lo shaker o lo stainer, se non hai molta dimestichezza con gli strumenti da barman, leggi il nostri articoli dove lo spiego.

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Pizza al tegaminoLa pizza al tegamino (o al padellino) è una specialità culinaria tipica della città di Torino. Questo tipo di pizza si contraddistingue per la doppia lievitazione dell'impasto e per la cottura al forno all'interno d'una piccola padella o d'un piccolo tegame (ossia una bassa teglia circolare in alluminio oppure in ferro e priva di manici) reso antiaderente mediante un velo d'olio d'oliva.Nonostante alcuni dibattiti in merito al nome più corretto per designare questa pietanza, i qualificativi al tegamino o al padellino sono parimenti impiegati sia nelle insegne e nei menù delle pizzerie torinesi, sia nel linguaggio comune.StoriaLe origini della pizza al tegamino sono incerte e non ne è noto l'inventore. Una tradizione la vuole figlia d'un pizzaiolo torinese desideroso d'accelerare i tempi di produzione; secondo un'altra tradizione, invece, sarebbe stata inventata in città da ristoratori toscani, ipotesi suggerita sia dal fatto che le principali pizzerie storiche torinesi erano gestite da famiglie toscane, sia dalla consolidata abitudine - tuttora in voga - di far precedere la pizza al tegamino da una porzione di farinata di ceci, preparazione tipica della cucina toscana, ma in verità anche ligure e basso-piemontese. È comunque opinione concorde che la pizza al tegamino sia nata dal tentativo di velocizzare la produzione della pizza per servire più rapidamente i clienti: l'impasto viene infatti steso nei tegamini e parzialmente condito molto prima della cottura; le fasi di completamento del preparato e del passaggio in forno risultano quindi particolarmente veloci.(Fonte: Wikipedia)

TapulònIl tapulòn o tapulone è uno spezzatino finemente sminuzzato, tradizionalmente a base di carne di asino, piatto tipico di Borgomanero.Il nome della ricetta deriva da una variante locale del verbo piemontese ciapulè che significa tritare, affettare finemente, tagliuzzare.Secondo una leggenda, la ricetta sarebbe stata creata da tredici pellegrini affamati che, di ritorno da una visita al santuario di San Giulio d'Orta, si fermarono nel luogo ove oggi sorge Borgomanero. Avendo ormai esaurito le provviste alimentari, essi cucinarono un asinello che era al loro seguito. Per attenuare la durezza delle carni dell'animale, queste furono spezzettate finemente e cotte a lungo nel vino. La pietanza piacque così tanto alla compagnia da convincerla a stabilirsi definitivamente nel luogo del pasto, dove fu fondato un villaggio che costituì il nucleo dell'odierna Borgomanero.Storicamente il piatto è legato all'utilizzo dell'asino come mezzo di trasporto, il quale, a fine carriera, nonostante la durezza delle carni, poteva ancora rappresentare una preziosa fonte di cibo per i propri padroni.(Fonte: Wikipedia)

TONNO DI CONIGLIO PIEMONTESE La tradizione vuole che il tonno di coniglio si prepara in primavera in particolare nel periodo pasquale e, trattandosi di una conserva, è perfetta per i primi pic-nic all’aria aperta. Le caratteristiche della carne di coniglio essendo priva di grassi fa bene in quanto ricca di proteine.Servitelo come antipasto freddo con crostini di pane rustico, o utilizzatelo per farcire panini integrali.Ingredienti per 6 persone 1 coniglio1 cipolla1 carota1 gambo di sedano1 rametto di rosmarino 2 foglie di alloro1 bicchiere di vino bianco12 spicchi di aglioOlio extravergine d oliva q.b Preparazione Fate bollire abbondante acqua con 1 bicchiere di vino bianco, rosmarino, alloro, carota, cipolla e sedano. Salate e unite il coniglio. Cuocete per circa 2 ore.Togliete la pentola dal fuoco e fate raffreddare il coniglio nel brodo. Spolpate il coniglio e ricavate striscioline di carne non troppo piccole.Nei barattoli mettete alcuni pezzi di aglio e foglie di salvia, versate poco olio e fate un primo strato con gli straccetti ben disposti. Dopo di che formate degli strati fino a riempire i vasetti. L’olio deve coprire il coniglio, lasciate insaporire per almeno un paio di giorni.