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Il Bitter nel Cocktail Bar Quanti Bitter sono necessari in un cocktail bar? Come ogni prodotto che decidiamo di tenere in magazzino, bisogna valutare bene il suo ciclo in/out, cioè quanto tempo impiega il bar a smaltire le sue scorte di un singolo prodotto.Sapere quanto velocemente ruotino i prodotti è importantissimo per non trasformare una risorsa in un costo. Altra cosa da tenere in considerazione è l’effettiva necessità del prodotto: quanti cocktail o ricette storiche abbiamo in carta con quello specifico ingrediente? È naturale che se vogliamo il pisco sour in lista, una bottiglietta di Amargo chuncho diventa d’obbligo. Parimenti, se inseriamo un Sazerac, dobbiamo avere in casa del Peychaud.Oltre a quelli strettamente necessari per le ricette storiche, ritengo opportuno non esagerare con decine di prodotti tutti simili ed impolverati sullo scaffale. Bisogna tenerne uno al massimo per tipologia, così da non far levitare i costi di magazzino e creare una inutile ridondanza. Sono imprescindibili quelli classici come l’Angostura e molto utili quelli specifici di alcune ricette (se le avete in carta). Oltre a questi, il mio parere è quello inserire un Bitter per appartenenza spiccata a specifiche categorie aromatiche: agrumi, spezie, tostati, frutti o fiori. Questo potrà garantire di coprire con decisione le principali sensazioni olfattive desiderabili in un cocktail.
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