Soda, acqua tonica o Seltz: quali sono le differenze? Seltzer, club soda e acqua tonica sono le componenti più diffuse nel mondo della mixology. Il merito di un cocktail ben riuscito non è, infatti, dato solo dai distillati che lo compongono ma anche dalle bevande analcoliche che ne bilanciano i sapori e ne esaltano i profumi, donando un tocco effervescente e brioso. Ma quale scegliere tra seltz, soda e acqua tonica? Ognuna di esse ha specifiche caratteristiche che la rendono più adatta a un drink rispetto alle altre, a partire dal gusto distintivo di ciascuna.CLUB SODA O “SODA”: UN’EFFERVESCENTE INVENZIONE INGLESELa club soda, chiamata anche più semplicemente “soda”, è un’acqua gassata dall’effervescenza predominante e dal marcato gusto sapido. Questo suo sapore è determinato dall’aggiunta di minerali quali il potassio, il bicarbonato di sodio, il solfato di potassio o anche, per renderla più salata, il cloruro di sodio, il fosfato di sodio e il citrato di sodio.Si narra che l’invenzione della soda risalga circa al 1767 grazie a Joseph Priestley, un sacerdote inglese amante della filosofia e delle scienze naturali, che viveva nei pressi di una fabbrica di birra. In quegli anni iniziò a studiare i processi di fermentazione scoprendo che il gas rilasciato durante tali processi, l’anidride carbonica, rendeva l’acqua effervescente. Inizialmente Priestley cominciò a sperimentare gli effetti curativi della bevanda, ma non ebbe gli esiti sperati.Il gusto gradevole della bevanda la portò comunque a un enorme successo, conquistando il mondo sia come drink analcolico da bere liscio, sia miscelata a liquori e distillati in prestigiosi cocktail della tradizione, o utilizzata anche per allungare i drink senza alterarne eccessivamente il sapore, come nel caso del whisky.ACQUA TONICA: UNA MISCELA CURATIVA DALLE COLONIE INGLESILa piacevolezza delle bollicine e il sapore amaro più o meno marcato rendono l’acqua tonica la bevanda ideale per esaltare le note dei distillati come il gin e la vodka, realizzando cocktail intramontabili. L’acqua tonica è un vero e proprio soft drink composto da acqua gassata, zuccheri ed estratto della radice di china a cui si deve il gusto esclusivo dell’acqua tonica. La grande differenza tra soda e acqua tonica è proprio questa: la prima è composta solo dall’acqua, la seconda è una ricetta vera e propria che dona un caratteristico sapore bitter.Nel XVIII secolo gli inglesi inventarono questa miscela di acqua ed estratto di chinino come profilassi alla malaria nelle colonie dell’India e dell’Africa. Per contrastare il gusto amaro e facilitare l’assunzione si aggiungevano vari aromi, mentre i soldati britannici iniziarono a miscelare l’acqua tonica a distillati come il gin, dando vita al celebre Gin Tonic: un cocktail che da secoli conquista, con la sua semplicità, i palati di molti.Il mercato in grande espansione ha permesso alle aziende produttrici di acqua tonica di sperimentare varianti più dolci o versioni più “light” in assenza totale di zuccheri rendendo la bevanda poco calorica. Le varietà di toniche, come la tonica indian o la tonica mediterranea, sono essenziali nella miscelazione perché il loro gusto permette di sposarsi con i differenti aromi dei distillati, in una sorta di gioco alchemico.SELTZ: L’ACQUA SALUTARE DI SCHWEPPEGli amanti dell’aperitivo ne avranno già sentito parlare: il seltz è un ingrediente fondamentale per cocktail come lo spritz veneziano e l’americano. Ma di cosa si tratta? Il seltz è un’acqua potabile arricchita di CO2, grazie a un apposito sifone. A differenza della soda, quest’acqua non contiene minerali aggiunti, per cui il suo sapore è neutro, tradizionalmente impreziosito con aromi ed essenze di frutta. L’acqua seltzer, a seguito della carbonatazione, libera le aldeidi, piccole molecole che esaltano i profumi, donando ai cocktail una piacevole effervescenza.Le origini di questo miscelatore sono da attribuire a Jacob Schweppe, un dilettante chimico tedesco, che nel 1792 cominciò a produrre una bevanda più salutare rispetto alla soda: l’acqua di seltz. La parola “seltz” deriva da Selters, una città a nord di Stoccarda: proprio lì si trova una sorgente di acqua ricca di anidride carbonica, base essenziale per un ottimo seltz.

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I CAPUNET di verza TRADIZIONE PIEMONTESE I capunet sono uno dei piatti tipici piemontesi della stagione invernale. Sono foglie di verza bollite e ripiene di una farcia composta da 2 tipi di carni, maiale e vitello con aggiunta di uova, formaggio, salame cotto e prosciutto. Ricetta per 12 capunet 300 grammi di carne di vitello250 grammi di carne di maiale ( lonza)50 gr di prosciutto50 gr di salame cotto piemontese100 gr di raschera stagionato e grattugiato 1 cipolla 25 gr Olio evo e una nocciola di burro2 uova bolliteSale e pepe q.b.Spago/filo per cucinare per la legatura Preparazione In una pentola far bollire l acqua con 1 cucchiaio di sale appena inizia a bollire versate le 12 foglie di verza precedentemente sfogliate e farle cucinare per circa 4/5 minuti.Tiratele fuori con 1 colino e asciugatele bene.Dopo di che in una padella versate i 25 gr di olio extravergine d oliva e e versate la cipolla a cubetti, la carne di maiale e di vitello e fate rosolare bene a fuoco lento per circa 25 minuti mentre gli ultimi 5 unite mezzo bicchiere di vino bianco e alzate la fiamma per farlo sfumare.Tritate finemente con un coltello aggiungendo insieme alle carni sia il raschera grattuggiato che il prosciutto e il salame cotto piemontese due uova bollite e la farcia è pronta.Versate dentro ogni singola foglia di verza la farcia e chiudeteli aiutandovi con un filo da cucina o spago.Cucinateli o in padella a fiamma bassa con un filo di olio e burro oppure metteteli in una teglia e cuoceteli in forno per 25 minuti a 180 gradi.Buon appetito !

La salsa verde è un condimento delizioso che può essere utilizzato su una varietà di piatti. Ecco una ricetta di base per preparare la salsa verde:Ingredienti:- 1 tazza di prezzemolo fresco- 2 cucchiai di capperi- 2 filetti di acciughe sott'olio- 1 spicchio d'aglio- 2 cucchiai di senape di Dijon- 2 cucchiai di aceto di vino bianco- 1/2 tazza di olio d'oliva extra vergine- Sale e pepe nero q.b.Istruzioni:1. Inizia lavando e asciugando il prezzemolo fresco. Rimuovi i gambi più spessi e tieni solo le foglie.2. Metti il prezzemolo, i capperi, i filetti di acciughe e lo spicchio d'aglio in un robot da cucina o un frullatore.3. Aggiungi la senape di Dijon e l'aceto di vino bianco.4. Frulla gli ingredienti fino a ottenere una consistenza omogenea.5. Lentamente, mentre il frullatore è in funzione, aggiungi l'olio d'oliva extra vergine a filo fino a quando la salsa diventa cremosa. Continua a frullare per un paio di minuti per garantire che tutti gli ingredienti siano ben miscelati.6. Assaggia la salsa verde e aggiungi sale e pepe nero a piacere.7. Trasferisci la salsa in un contenitore ermetico e conservala in frigorifero. La salsa verde può essere conservata per diversi giorni e sviluppa ancora più sapore col tempo.Ora hai una deliziosa salsa verde pronta per essere utilizzata su carni, pesce, verdure grigliate o qualsiasi piatto tu preferisca! Variante : Salsa verde100g di prezzemolo lavato e asciugato 6 filetti di acciughe metà spicchio d'aglio 1 cucchiaio di capperi 2 tuorli d'uovo sodo 8 olive verdi snocciolate 10 cucchiai di olio extravergine 1 cucchiaio di aceto mollica di un panino un pizzico di sale.questo bel colore e perché è stata interamente fatta col coltello sì il prezzemolo rimane del suo colore. Un ricordo di oggi.

LA VERA STORIA DEL CROISSANT A FORMA DI CUBOSBARCATO IN PIEMONTE E PRODOTTO IN ALCUNE PASTICCERIE E CAFFE' STORICI E NON. Chef Flavio Milton D'Ambrosio Un croissant a forma di cubo, battezzato crube è la nuova frontiere della pasticceria internazionale, pronto a sfidare sia il classico ed immortale cornetto, sia la tendenza virale, che diversi anni fa aveva completamente conquistato New York, del #cronut, un ibrido tra la ciambella e il croissant, creato da Dominique Ansel.Ma torniamo al crube dandone il merito al pasticcere svedese Bedros Kabranian, a capo della pasticceria Magnus Johanssons Bageri och Konditori di Stoccolma. Apparentemente è stato proprio Instagram ad ispirare Kabranian, mostrandogli vari dessert a forma di cubo che spesso apparivano nei profili dei colleghi (si pensi ad esempio al Cubo di Rubik di Cédric Grolet, protagonista assoluto dei social network).La particolare forma è dovuta ad uno stampo che Kabranian ha importato dalla Cina e che ha determinato il processo creativo: il segreto per raggiungere la forma cubica e la regolazione della lievitazione dell’impasto del croissant in modo tale che si adatti perfettamente alla forma dello stampo.Tuttavia le cose apparentemente banali non sono affatto facili da ottenere perché oltre al tipo di impasto giusto, normalmente la sfoglia del croissant nel forno raddoppia o addirittura triplica, ma nel caso del cronut, contenuto in uno stampo sigillato, la sfoglia cresce molto meno e perde burro durante la cottura. Dopo diversi tentativi Kabranian ha finalmente scoperto che riempire lo stampo all’85% era la misura ideale per cuocere questi croissant, ottenendo un risultato che alla vista ricorda un cubetto di legno.