Storia e fortuna del Mary Pickford CocktailNegli Stati Uniti del nascente cinema, la leggenda vuole che un barman innamorato dell’attrice Mary Pickford le dedicasse una sua creazione. Un cocktail a base di rum, ananas, maraschino e granatina, a cui diede il nome della sua icona di bellezza, il cui vero nome comunque era Gladys Smith (1892-1979)conosciuta come “little Mary”, la classica fidanzatina americana, ebbe la sua consacrazione tra gli amanti del bere con il Mary Pickford Cocktail.Secondo alcuni il cocktail fu ispirato dal film sovietico “Il bacio di Mary Pickford” in cui l’attrice interpreta se stessa che stampa un celebre bacio ad un ammiratore, evidentemente assai sognato anche dal barman di San Francisco.Il cocktail è stato definito dolce e romantico, tanto quanto il bacio, un mix equilibrato dai sapori del rum bianco e del maraschino mescolati insieme all’agrumato ananas e alla granatina.La sua dolcezza nasconde un grado alcolico notevole, e spesso è amato anche per questa sensazione. Sostituisce ai classici aromi del rum e del cocco la ciliegia del maraschino, e si rende perfetto anche per come after dinner cocktail. La ricetta del Mary Pickford Cocktail IBA  6 cl di Rum Bianco 1 cl di Maraschino 1 cl di sciroppo di granatina 6 cl di succo di ananas fresco Per prepararlo, versa tutti gli ingredienti nello shaker, agita e filtra in un bicchiere da cocktail grande, e raffreddato. Il Maraschino, dolci bontà da cocktailCome ingrediente del Mary Pickford Cocktail risulta fondamentale, ed è adoperato in diverse altre ricette di preparazione di drink, dolci, macedonie di frutta e gelati.Il classico maraschino italiano, in realtà nasce nella vicina regione della Dalmazia, dove sono presenti le marasche, tipi particolari di ciliegia definite anche amarene o viscioline. Il contenuto alcolico di queste marasche o Prunus cerasus acidior, è del 30% circa e rappresenta una sorta di icona dei liquori dolci, uno dei pochi ottenuti per distillazione dalla marasca. La sua gradazione alcolica, infatti, è di circa 32% di volume alcolico e almeno fin dal Cinquecento a Zara, capoluogo della regione che era allora territorio della Repubblica Veneta, si produceva questo squisito distillato definito “rosolio maraschino”.Il suo profumo dolce tipico della marasca, intenso e fine, non possiede note aggressive ma molto armoniose e rotonde. Perfette per cocktail come Aviation, Canal Street, Hemingway Special o il Brandy Manhattan. Il Mary Pickford Cocktail un all day drink, perfetto ad ogni orario per il suo gusto intenso e “glamour”. Già, perché la sua storia nasce legata al cinema muto e agli anni in cui le celebrità e i loro fan bevevano continue innovazioni… come questo drink!

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Pizza al tegaminoLa pizza al tegamino (o al padellino) è una specialità culinaria tipica della città di Torino. Questo tipo di pizza si contraddistingue per la doppia lievitazione dell'impasto e per la cottura al forno all'interno d'una piccola padella o d'un piccolo tegame (ossia una bassa teglia circolare in alluminio oppure in ferro e priva di manici) reso antiaderente mediante un velo d'olio d'oliva.Nonostante alcuni dibattiti in merito al nome più corretto per designare questa pietanza, i qualificativi al tegamino o al padellino sono parimenti impiegati sia nelle insegne e nei menù delle pizzerie torinesi, sia nel linguaggio comune.StoriaLe origini della pizza al tegamino sono incerte e non ne è noto l'inventore. Una tradizione la vuole figlia d'un pizzaiolo torinese desideroso d'accelerare i tempi di produzione; secondo un'altra tradizione, invece, sarebbe stata inventata in città da ristoratori toscani, ipotesi suggerita sia dal fatto che le principali pizzerie storiche torinesi erano gestite da famiglie toscane, sia dalla consolidata abitudine - tuttora in voga - di far precedere la pizza al tegamino da una porzione di farinata di ceci, preparazione tipica della cucina toscana, ma in verità anche ligure e basso-piemontese. È comunque opinione concorde che la pizza al tegamino sia nata dal tentativo di velocizzare la produzione della pizza per servire più rapidamente i clienti: l'impasto viene infatti steso nei tegamini e parzialmente condito molto prima della cottura; le fasi di completamento del preparato e del passaggio in forno risultano quindi particolarmente veloci.(Fonte: Wikipedia)

TapulònIl tapulòn o tapulone è uno spezzatino finemente sminuzzato, tradizionalmente a base di carne di asino, piatto tipico di Borgomanero.Il nome della ricetta deriva da una variante locale del verbo piemontese ciapulè che significa tritare, affettare finemente, tagliuzzare.Secondo una leggenda, la ricetta sarebbe stata creata da tredici pellegrini affamati che, di ritorno da una visita al santuario di San Giulio d'Orta, si fermarono nel luogo ove oggi sorge Borgomanero. Avendo ormai esaurito le provviste alimentari, essi cucinarono un asinello che era al loro seguito. Per attenuare la durezza delle carni dell'animale, queste furono spezzettate finemente e cotte a lungo nel vino. La pietanza piacque così tanto alla compagnia da convincerla a stabilirsi definitivamente nel luogo del pasto, dove fu fondato un villaggio che costituì il nucleo dell'odierna Borgomanero.Storicamente il piatto è legato all'utilizzo dell'asino come mezzo di trasporto, il quale, a fine carriera, nonostante la durezza delle carni, poteva ancora rappresentare una preziosa fonte di cibo per i propri padroni.(Fonte: Wikipedia)

TONNO DI CONIGLIO PIEMONTESE La tradizione vuole che il tonno di coniglio si prepara in primavera in particolare nel periodo pasquale e, trattandosi di una conserva, è perfetta per i primi pic-nic all’aria aperta. Le caratteristiche della carne di coniglio essendo priva di grassi fa bene in quanto ricca di proteine.Servitelo come antipasto freddo con crostini di pane rustico, o utilizzatelo per farcire panini integrali.Ingredienti per 6 persone 1 coniglio1 cipolla1 carota1 gambo di sedano1 rametto di rosmarino 2 foglie di alloro1 bicchiere di vino bianco12 spicchi di aglioOlio extravergine d oliva q.b Preparazione Fate bollire abbondante acqua con 1 bicchiere di vino bianco, rosmarino, alloro, carota, cipolla e sedano. Salate e unite il coniglio. Cuocete per circa 2 ore.Togliete la pentola dal fuoco e fate raffreddare il coniglio nel brodo. Spolpate il coniglio e ricavate striscioline di carne non troppo piccole.Nei barattoli mettete alcuni pezzi di aglio e foglie di salvia, versate poco olio e fate un primo strato con gli straccetti ben disposti. Dopo di che formate degli strati fino a riempire i vasetti. L’olio deve coprire il coniglio, lasciate insaporire per almeno un paio di giorni.